Itinerari Lombardia-Lecco
Como
Lecco
Minerali rinvenibili
Itinerario
Filone di pegmatite della Malpensata
(Cava della croce)
Comune di Colico (Piona)
Dalla Strada statale dello Stelvio, tra Dervio e Colico, si imbocca (a sinistra, se si proviene da Milano) la carrozzabile per l'Abbazia di Piona. Si oltrepassa il paese di Olgiasca, seguendo sempre la strada carrozzabile, che, dopo il paese scende alquanto. Si oltrepassa un monumento (lapidi Fiancheggiate da due colonne) e si prosegue fino a che (circa ametà strada tra il monumento e l'Abbazia) si notano (sulla destra) delle vecchie costruzioni e tracce di scavi, di cui un tunnel è situato quasi immediatamente al di sopra del livello stradale. I minerali si trovano nei detriti della pegmatite, che possono essere sia sotto la strada, sia sopratutto nelle vecchie discariche dei vari tunnel sparsi nel bosco a varie altezze.
Colico
Filone del Laghetto
Si scende al piazzale delle cave di feldspato (abbandonate), site sulla sponda dei laghetto di Piona, partendo da un sentiero che fiancheggia il perimetro del cimitero della frazione Olgiasca.
Si vedono bene dalla strada nazionale dello Spluga.
La coltivazione si è svolta per molti anni, sia a cielo aperto che in galleria, entro un filone pegmatitico potente molti metri. I minerali descritti sono appunto i componenti principali ed accessori deisuddetto filone e di una piccola lente sideritica al letto del filone.
Apatite: in masse granulari od in cristalli prismatici o rotondeggianti, opachi e di colore solitamente bruno chiaro o grigio, di dimensioni talora notevoli (ne furono trovati esemplari splendidi, nitidamente terminati, del diametro di parecchi centimetri), associata soprattutto a tormalina nera e muscovite. Piuttosto rara.
Arsenopirite: in rari cristalli prismatici grigi, con lucentezza metallica, lunghi fino ad un centimetro od in masserelle compatte, associata per lo più a graftonite. Poco frequente .
Autunite: in patine di colore verdiccio pallido, fortemente fluorescenti ai raggi ultravioletti in giallo-verde vivo, costituite a volte da nitidi cristallini quadrati, associate a fosfuranilite, uranofane ed uraninite, spesso sulle facce dei cristalli di berillo. Rara
Berillo: in cristalli esagonali prismatici allungati, per lo più opachi, di colore verde cilestrino pallido, raramente terminati alla base, talvolta di notevoli dimensioni (ne furono trovati alcuni lunghi fino a trenta centimetri, con diametro di otto cm; si afferma tuttavia che durante il periodo di attività della cava (1938-1944) ve ne fossero anche di sensibilmente più grossi). Oltre a questi cristalli azzurrini, che sono i migliori dal punto di vista estetico, vi sono anche dei cristalli di colore verde-giallastro, di forma piuttosto arrotondata e di dimensioni non trascurabili (circa 10 cm di lunghezza), associati a minerali rari (uraninite, zircone, minerali secondari di uranio). La matrice dei cristalli di berillo è generalmente il feldspato; più raramente questa è costituita da quarzo. Poco frequente: in bei cristalli è ormai decisamente raro
Cassiterite: in rozzi cristalli di colore bruno violaceo scuro, molto simili allo zircone, od anche in masserelle compatte del diametro massimo di due centimetri, talvolta associata a graftonite e ad altri fosfati ( litiofilite?) od a columbite. Rara .
Clorite: in aggregati verdastri, raramente costituiti da lamine visibili ad occhio nudo, spesso come prodotto di alterazione di altri silicati (granato, mica, ecc.), od associata alIa graftonite. Poco frequente .
Columbite: in cristalli neri e nero-bruni, con lucentezza quasi metallica, di abito nitidamente tabulare, lunghi sino a circa due centimetri ed associati a graftonite, zircone e cassiterite. Rara .
Feldspati: sono componenti essenziali della roccia. A un termine potassico (ortoclasio) si associa un termine plagioclasico (albite), in masse spatiche di colore bianco niveo, facilmente sfaldabili ed assai più raramente in rozzi cristalli. La distinzione a prima vista tra i due termini sopra menzionati non è possibile. Comuni .
Fosfuranilite: in patine di colore giallo vivo, non fluorescenti o tutt’al più fluorescenti in un debole colore bruno, costituite a volte da nitidi cristallini a contorno quadrato, associate ad uranofane, autunite ed altri minerali radioattivi, quale minerale secondario d’uranio più abbondante. Poco frequente .
Graftonite (ex repossite): in masse spatiche di colore rosa salmone, con dimensioni massime superiori talvolta a 10 centimetri, od in rarissimi cristalli rozzi, associati soprattutto a vivianite, pirrotite, arsenopirite, uraninite od a granato, biotite e clorite. Poco frequente: si può confondere facilmente col granato per il colore ma è presente una nitida sfaldatura e la durezza è bassa (si riga col temperino) .
Granato almandino: in cristalli di colore roseo carnicino voIgente al vinoso, di abito icositetraedrico, con facce spesso nitide e lucenti. Il diametro massimo dei cristalli è un centimetro. Una varietà fortemente manganesifera si presenta in cristalli brunastri, delle dimensioni massime di un paio di centimetri, di abito icositetraedrico, associati alla graftonite: le facce dei cristalli di questa varietà sono poco nitide. Frequente .
Granato spessartite: è riportata la presenza di questa specie sotto forma di masserelle di colore rosso piropo, associate alla repossite. Rara .
Limonite: in patine rugginose, come prodotto di alterazione di solfuri -di ferro. Poco frequente .
Litiofilite (?): un minerale contenente litio quale costituente fondamental~ si presenta talvolta intimamente-frammisto alla repossite ed associato alla cassiterite. Il colore è roseo-giallastro. Rara
Metatorbernite: in patine terrose od in piccolissime laminette a contorno quadrato di colore verde piseilo,~ non fluorescenti, associate generalmente ad uraninite, in assenza di altri minerali secondari di uranio. Estremamente rara .
Mica muscovite: in lamine incolori trasparenti, talora a contorno nitidamente esagonale, assai più frequentemente irregolare, del diametro massimo di parecchi centimetri. Comune: durante l’ultima guerra fu utilizzata industrialmente .
Mica biotite: in lamine nere, interlaminate alla graftonite, rara
Mitridatite (?): alcune patine terrose di colore verde oliva, associate a vivianite e a parecchi altri fosfati, non ancora indentificati, come prodotto di alterazione della graftonite possono essere verosimilmente attribuite alla mitridatite. Piuttosto rara.
Monazite: in cristallini od in piccoli noduli, di colore- verde bottiglia intenso, del diametro massimo di un millimetro, associati intimamente ad uraninite e zircone, anch’essi in piccoli cristalli, in una matrice prevalentemente quarzosa. Assai rara
Pirite: in venuzze od anche in netti cristalli ottaedrici di alcuni millimetri di diametro. Rara
Pirrotite: in masserelle irregolari, od anche in rarissimi cristalli esagonali imperfetti, del diametro di alcuni millimetri, associata ad altri solfuri e graftonite. Piuttosto rara
Purpurite: in massereile di colore viola o brunastro, associate intimamente alla graftonite e ad altri fosfati, come prodotto di alterazione di questi minerali. Assai rara.
Quarzo: biancastro, per lo più compatto (rarissimi sono i cristalli, rozzi, con qualche faccia visibile), assai comune quale componente della pegmatite .
Tapiolite: in nitidi cristalli neri, di dimensioni talora piuttosto considerevoli (1-2 cm di diametro), con abito per lo più prismatico tozzo o bipiramidale, assai simili nella lucentezza alla columbite, associati a quarzo ed a mica. Assai- rara (determinazione e studio presso l’Istituto di Mineralogia dell’Università di Milano).
Tormalina nera: in bei cristalli lunghi fino a parecchi centimetri di colore nero brillante, talora nitidamente terminati alle basi, entro il feldspato od in concrescimento regolare con la mica muscovite. Comune .
Uraninite: in noduletti od in cristallini di abito variabile: alcuni sono cubici, spesso allungati secondo un asse quaternario, altri ottaedrici o cubo-ottaedrici più o meno deformati; particolarmente rari, ma presenti, sono i cristalli nettamente rombododecaedrici. Le dimensioni dei cristalli superano raramente i due millimetri lungo la direzione di maggior sviluppo; talora si possono trovare anche aggregati cristallini del diametro di parecchi cm in cui tuttavia ogni cristallo è circondato da quarzo e non forma un insieme continuo con i cristalli adiacenti. Il colore è variabile: gli esemplari freschi, che si trovano soprattutto immersi nelle masse -di graftonite, sono assai lucenti, con lucentezza quasi metallica e di colore nero brillante. Via via, col procedere dell’alterazione, la lucentezza passa a grassa ed a polverosa ed il colore negli stadi finali diventa grigio-verdastro ed anche giallo. Piuttosto rara .
Uranofane: in patine di colore giallo-verdastro, non fluorescenti, talora chiaramente costituite da aggregati raggiati di cristalli aciculari sottilissimi, associate soprattutto a zircone ed autunite, particolarmente sulle facce di cristalli di berillo. Piuttosto raro .
Vandendriesscheite: un minerale terroso, -opaco, di colore giallo vivo, che si presenta direttamente sui cristalli di uraninite, come prodotto di alterazione immediata, di cui talvolta costituisce delle nette pseudomorfosi, può essere attribuito a questa specie. Attorno alla vandendriesscheite spesso si presentano aloni e patine di colore giallo vivo, costituite da fosfati e silicati di uranile (fosfuranilite, autunite, uranofane). Poco frequente.
Vivianite: in patine terrose di colore bleu scuro, od anche in piccole concentrazioni vitree dell’aspetto della muscovite, incolore o macchiate di azzurrino, oppure (più raramente) in distinti cristallini azzurri od incolori, associati ad altri fosfati, ad arsenopirite ed a graftonite, come prodotto di alterazione di quest’ultima. Poco frequente .
Wad (?): ossidi idrati di manganese, di colore bruno scuro, più o meno impuri e terrosi, od in patine, non sono rari come prodotto di alterazione della graftonite, associati a fosfati di manganese e ferro. Poco frequente.
Xantoxenite (?): in masse terrose, opache, di colore bruno paglia chiaro, talvolta costituite chiaramente da aggregati di cristalli raggiati, provenienti dall’alterazione della graftonite. Poco frequente.
Zircone: in cristalli di colore bruno-rossastro a bruno violaceo sin quasi a nero, di abito prismatico o più raramente bipiramidale, del diametro massimo di un centimetro e mezzo, ma ordinariamente assai più piccoli, associati soprattutto ad uraninite (talvolta si trovano dei noduli costituiti dai due minerali intimamente concresciuti) ed a berillo. Poco frequente .
Albite: in masse spatiche di color bianco niveo, opache, come componente essenziale della pegmatite.
Andesina: una sola pseudomorfosi di questo minerale su di uno preesistente, delimitato da facce cristalline ed incluso nel quarzo.
Anortoclasio: spatico, bianco.
Apatite: una volta era frequente in noduletti informi, di color giallo sporco. Ora rara .
Berillo: in rarissimi cristalli prismatici esagonali di color grigio tendente un poco all’azzurrino. Sono caratterizzati dalla viva lucentezza delle facce .
Calcopirite: in piccole masserelle inglobate nella pirrotite compatta .
Clorite: proclorite secondo C.M. Gramaccioli, come pseudomorfosi di granato almandino. L’alterazione cloritica del granato porta ai cambiamento di colore che diviene grigio verdastro .
Columbite: un solo piccolo cristallo assieme con graftonite.
Crisoberillo: si trovava in cristalli prismatici, spesso geminati a V, con parecchi centimetri di lunghezza. Il colore variava da verde asparago a giallo chiaro, quasi -bianco. Il crisoberillo era spesso in associazione paragenetica con granato e zircone .
Graftonite: in paragenesi con pirrotite entro alla pegmatite con crisoberillo trovata solo da C. M. Gramaccioli.
Granato almandino: cristalli interclusi, color rosso vino o bruno cannella, con abito prevalentemente icositetraedrico e cristalli frequentemente sproporzionati. Un tempo gli individui cristallini si trovavano anche con dimensioni vistose (fino a 20 cm di diametro) .
Limonite: concrezionata compatta di color bruno scuro oppure terrosa di color giallo ocra, in forma di croste o spalmature su pegmatite .
Magnetite: sotto forma finemente granulare, sparsa nella siderite .
Metatorbernite: in lamelle piccolissime, quadrate, con lato massimo di un millimetro, colore variabile da verde giallo a verde erba, come spalmature su feldspato e su altri minerali .
Muscovite: in larghe lamine o pile di lamine a contorno irregolare, del diametro fino a 10 cm .
Ortoclasio: in masse spatiche bianche o grigie a formare uno dei componenti essenziali della pegmatite. Raramente in cristalli idiomorfi inclusi nel quarzo .
Pirite: granulare o compatta in noduletti informi . Pirrotite: in masse compatte non frequenti e localizzate in alcuni punti del filone pegmatitico .
Quarzo: compatto, biancastro, vitreo ma non trasparente forma uno dei componenti essenziali della pegmatite
Siderite: piccole concentrazioni lenticolari al letto dei filone
Tormalina: nella varietà schorlite, in cristalli prismatici di notevolissime dimensioni, che superano anche alcuni decimetri di lunghezza, ma imperfetti e raramente terminati da facce alle estremità. Colore nero .
Uraninite: in noduletti di uno o due millimetri di diametro, opachi, di colore bruno scuro .
Zircone: cristalli prismatici terminati da nitide facce anche alle estremità, di color bruno scuro ed apparentemente nerastri, lunghi al massimo pochi millimetri. Si trovavano spesso adagiati su facce di cristalli di granato .
Dervio
Filone dl pegmatite di Sommafiume
Miniera Marategno in località Alpe dl Sommaflume
I lavori, abbandonati ormai da molti anni, per l’estrazione della mica dal filone di pegmatite di Sommafiume si trovano a circa 20 minuti di percorso a piedi in leggera discesa dal punto in cui fà capo la strada carrozzabile che congiunge i casolari dell’Alpe Sommafiume con Dervio, passando per Vestreno e Sueglio. il filone affiora ad oriente dell’abitato di Sommafiume sulle pendici del monte Legnoncino a quota 1100 m s.m.
Apatite: in noduli di colore verde grigiastro di qualche centimetro di diametro od anche in cristalli, ma sempre rara
Autunite: in tracce sotto forma d’incrostazioni giallo verdastre su feldspato od in minute lamelle .
Berillo: si trovava in cristalli prismatici esagonali del diametro fino a un decimetro e di parecchi decimetri di lunghezza, raramente terminati dalle facce di base. Opaco e di color azzurro pallido .
Biotite: in ampie lamine nere, più scarse di quelle di muscovite .
Clorite: come pseudomorfosi totale o parziale di cristalli di granate che assumono una tinta verdastra
Graftonite (ex repossite): spatica in noduii irregolari, ma anche di vistose proporzioni. Color rosa salmone .
Granato almandino: in grandi cristalli, spesso sproporzionati, con le faccie dell’icositetraedro in combinazione col rombododecaedro, di color rosso bruno scuro, interclusi nel quarzo o nel feldspato. Comuni .
Granato spessartite: in cristalli icositetraedrici, piccoli ma in aggruppamenti numerosi, di color caffè chiaro, opachi.
Limonite: terrosa e di colore giallastro, come prodotto di alterazione dei solfuri di ferro .
Metatorbernite: in piccolissime laminette di color verde su feldspato .
Monazite: in granuli di color verde scuro, trovati con uraninite e zircone .
Muscovite: in pile di ampie lamine raramente con terminazione pseudo esagonale lungo i bordi, di color bruno chiaro ed un tempo oggetto di coltivazione .
Ortoclasio: cristalli interclusi di color bianco niveo, rari e non perfetti, mentre il feldspato spatico è uno dei componenti essenziali della pegmatite .
Pirite: in minuti granuli od anche in concentrazioni un po’ maggiori, entro alla pegmatite .
Pirrotite: in forma compatta o granulare in venuzze o noduli in graftonite.
Quarzo: poco frequente in cristalli prismatici incolori nelle geodi, comune invece in forma compatta quale componente essenziale della pegmatite
Tormalina var. dravite: di colore verde entro formazioni filoniane a grana minuta .
Tormalina var. schorlite: di colore nero, opaca, in cristalli prismatici interclusi nella pegmatite e talvolta faccettati alle estremità o in regolare concrescimento con la muscovite .
Uraninite: noduli compatti informi anche di considerevoli dimensioni, di colore nero e lucentezza picea .
Vivianite: in minuti cristalli su litoclase o in patine azzurre come prodotto d’alterazione della graftonite.
Zircone: in cristalli inclusi nella muscovite, opachi e di color bruno .
Dervio
Località Alpe Sparesè
Nella località Alpe o Monte Sparesè a circa 500 m s.m. è stata coltivata per molti anni una miniera di feldspato per uso ceramico che sfruttava i filoni pegmatitici segnati coi N.ri 9 e 10 sulla cartina fig. 11;
vi si accede dall’abitato della frazione Laghetto dei comune di Colico per mezzo di un ripido sentiero che sale a risvolte in circa un’ora al grande piazzale formato dalle discariche
Autunite: piccole e sottili lamelle quadrate di color giallo citrino sulle facce di cristalli di berillo o sul feldspato che li include.
Berillo: cristalli prismatici -esagonali di color azzurro chiaro, opachi, ma con facce lucenti, più piccoli di quelli del filone della Malpensata, spesso in aggruppamenti sub paralleli o raggiati .
Biotite: larghe lamine nere isolate o associate alla muscovite .
Feldspato: (ortoclasio ed oligoclasio albite) bianco, opaco, a struttura spatica o in veri e propri cristalli. E’ uno dei componenti essenziali della pegmatite ed era l’oggetto della coltivazione.
Granato almandino: in cristalli ben faccettati con abito icositetraedrico, del diametro di qualche centimetro, di color roseo o spesso di colore bruno per un principio di alterazione Metatorbernite: tracce di color verde, assieme all’autunite.
Muscovite: in pacchetti di lamine anche grandi, incolore, costituente essenziale della pegmatite .
Quarzo: compatto, vitreo, incolore, associato col feldspato a costituire la roccia.
Tormalina: varietà schorlite in cristalli prismatici lunghi alcuni centimetri, di colore nero ed opachi .
Graftonite: in noduli compatti, di color roseo, entro alla pegmatite.
Granato almandino: si presenta in due distinte varietà, delle quali una in cristalli nitidi, ma solo di 2 o 3 millimetri di diametro, di color rosso vivo, trasparenti, l’altra in cristalli con abito icositetraedrico, diametro fino a 2 cm e di color bruno scuro per un inizio di alterazione.
Muscovite: in larghe pile di lamelle il cui colore è bruno chiaro.
Pirrotina: in forma compatta a costituire dei noduletti entro alla pegmatite.
Tormalina: di colore nero in cristalli concresciuti con la miiscovite.
Vivianite: in massereile e spalmature azzurre sulla graftonite.
Berillo: in cristalli prismatici esagonali, di colore azzurro chiarissimo, spesso quasi bianchi, del diametro massimo di un paio di centimetri, inclusi nella roccia. Raro: dato il colore chiaro, può passare assai facilmente inosservato .
Clorite: verdastra, come alterazione superficiale o pseudomorfosi di granato, associata talora a limonite. Frequente .
Crisoberillo: un solo piccolo cristallo di questa specie fu trovato circa nel 1938 dal collezionista Miotti di Sondrio. Estremamente raro
Feldspato: bianco, lucente, spatico, spesso in grandi elementi, comune quale componente della pegmatite e sfruttato industrialmente. Più rari sono dei piccoli cristalli, in alcune geodine della roccia .
Granato almandino: in cristalli rotondeggianti di colore rosso bruno o rosso vinato, del diametro massimo di qualche centimetro, nella pegmatite. Frequenti sono le alterazioni superficiali o totali in clorite verdastra. Frequente .
Limonite: in macchie rugginose. Poco frequente.
Mica muscovite: in lamine incolori, del diametro massimo di qualche centimetro. Comune
Quarzo: incolore, come componente della roccia e mai in cristalli distinti. Comune .
Torbernite: in nette lamine quadrate, assai piccole, di colore verde erba, in alcune piccole geodi della pegmatite. Il minerale, lasciato all’aria, dopo un certo tempo diventa opaco e si trasforma in metatorbernite. Assai rara .
Tormalina: in cristalli neri prismatici, allungati, raramente ben definiti, lunghi qualche centimetro, oppure in cristalli più piccoli e numerosi, immersi nella muscovite alla salbanda del filone. Frequente
Dervio
Filone pegmatitico < Luna >
Questo filone pegmatitico, indicato col No 8 sulla cartina fig ii è stato oggetto, in passato, di un modesto sfruttamento per mica e feldspato.
Esso si trova sulle pendici del monte Legnoncino più a sud e press’a poco alla stessa quota dei filoni dell’Alpe Sparesé.
L’accesso è assai difficoltoso risalendo dalla strada nazionale dello Spluga le pendici fittamente coperte da bosco ceduo, quasi dirimpetto al filone del Laghetto.
Graftonite: in noduli compatti, di color roseo, entro alla pegmatite.
Granato almandino: si presenta in due distinte varietà, delle quali una in cristalli nitidi, ma solo di 2 o 3 millimetri di diametro, di color rosso vivo, trasparenti, l’altra in cristalli con abito icositetraedrico, diametro fino a 2 cm e di color bruno scuro per un inizio di alterazione.
Muscovite: in larghe pile di lamelle il cui colore è bruno chiaro.
Pirrotina: in forma compatta a costituire dei noduletti entro alla pegmatite.
Tormalina:di colore nero in cristalli concresciuti con la muscovite.
Vivianite: in massereile e spalmature azzurre sulla graftonite.
Dervio
Filone della Rivetta
Alla località Rivetta si accede dalla strada statale dello Steivio, abbandonando la medesima tra Dono ed Olgiasca, alle prime case di questa frazione e scendendo a sinistra per un sentiero che conduce al lago (non al laghetto di Piona !).
Il sentiero, tra prati e vigneti, in pochi minuti porta ad una spiaggia, detta localmente « Rivetta », ove si trova, praticamente a livello del lago, un filone di pegmatite, con una galleria ed altri evidenti segni di lavori per utilizzazione industriale.
Berillo: in cristalli prismatici esagonali, di colore azzurro chiarissimo, spesso quasi bianchi, del diametro massimo di un paio di centimetri, inclusi nella roccia. Raro: dato il colore chiaro, può passare assai facilmente inosservato .
Clorite: verdastra, come alterazione superficiale o pseudomorfosi di granato, associata talora a limonite. Frequente .
Crisoberillo: un solo piccolo cristallo di questa specie fu trovato circa nel 1938 dal collezionista Miotti di Sondrio. Estremamente raro
Feldspato: bianco, lucente, spatico, spesso in grandi elementi, comune quale componente della pegmatite e sfruttato industrialmente. Più rari sono dei piccoli cristalli, in alcune geodine della roccia .
Granato almandino: in cristalli rotondeggianti di colore rosso bruno o rosso vinato, del diametro massimo di qualche centimetro, nella pegmatite. Frequenti sono le alterazioni superficiali o totali in clorite verdastra. Frequente .
Limonite: in macchie rugginose. Poco frequente.
Mica muscovite: in lamine incolori, del diametro massimo di qualche centimetro. Comune
Quarzo: incolore, come componente della roccia e mai in cristalli distinti. Comune .
Torbernite: in nette lamine quadrate, assai piccole, di colore verde erba, in alcune piccole geodi della pegmatite. Il minerale, lasciato all’aria, dopo un certo tempo diventa opaco e si trasforma in metatorbernite. Assai rara .
Tormalina: in cristalli neri prismatici, allungati, raramente ben definiti, lunghi qualche centimetro, oppure in cristalli più piccoli e numerosi, immersi nella muscovite alla salbanda del filone. Frequente
Esino Lario
Ricerche di minerali dl manganese sul monte Agueglio
Si accede alla località dove si svolsero dal 1938 al 1940 dei lavori di scavo per la ricerca di minerali di manganese, lavori poi abbandonati per la discontinuità e troppo limitata estensione del giacimento,
Partendo dall’abitato di Esino Superiore, Dalla parte più alta dell’abitato si prende la strada carrozzabile per il passo Cainailo: dopo circa 2 chilometri si incontra un bivio nel quale si deve tenere la sinistra (strada della Valsassina)
e raggiungere i prati di Agueglio. Qui giunti occorre prendere un sentiero, che ha inizio presso una fontana abbeveratoio, e, in salita, dirigersi verso Est, alle falde meridionali del Pizzo Parlasco.
Dopo 10 minuti circa di cammino, superato il letto quasi sempre asciutto, di un ruscello, si giunge al luogo dove affiorano i minerali di manganese e di ferro.
Ivi sono state aperte alcune brevi gallerie e piccole trincee, scaglionati sul pendio su una distanza di 50 metri, misurata secondo la massima pendenza.
Calcite: individui cristallini all’incirca equidimensionali, con diametro fino a 3 mm, ricchi di faccette e talora geminati. I cristalli sono limpidi ed incolori, ma le facce sono appannate. Comune
Dolomite: cristalli con abito romboedrico, facce comunemente incurvate ma nitide, di color bianco porcellana, lucentezza. Questi cristalli raggiungono parecchi millimetri e rivestono le geodi della dolomia o dei minerali di ferro. Comune .
Ematite: in forme concrezionate mammeilonari od in tozze forme stalattitiche lunghe al massimo un centimetro. L’ematite ha color rosso bruno e, nelle masse concrezionate, struttura distintamente fibroso raggiata. Poco frequente .
Manganite: nitidi cristalli con abito prismatico tozzo, le cui facce presentano le caratteristiche striature, colore grigio acciaio e lucentezza metallica. Spesso, però, la lucentezza è appannata per alterazione superficiale in pirolusite. Frequenti le strutture botroidali riunite in gran numero a rivestire le cavità.
Pirolusite: in forma compatta e color grigio scuro, quasi nerastro, costituisce spesso il prodotto delle alterazioni degli altri minerali manganesiferi .
Siderite: masse finemente granulari, di color rosso fegato, irregolarmente distribuite entro alla dolomia rosea triassica. Comune.
Lecco
Miniera dl piombo In Val Calolden (abbandonata)
Si accede alla miniera, abbandonata, di minerali di piombo detta di VaI Calolden, partendo dalla frazione Laorca del comune di Lecco. Ivi si lascia la carrozzabile della Valsassina per mulattiera diretta a Pomedo;
raggiunto, dopo un percorso pianeggiante, l’imbocco della ripida e dirupata val Calolden si abbandona la mulattiera per un sentiero che si stacca sulla sinistra, salendo, e ci si dirige verso i Piani Resinelli.
Dopo aver seguito per lungo tratto il suddetto sentiero si incontra la cosiddetta « strada ferrata », cioè quella che era anticamente la sede di un binario decauville col quale si effettuava il trasporto del minerale della miniera.
Seguendo la suddetta strada ferrata, ridotta ormai a traccia ostruita dalla vegetazione e franata in qualche punto, si accede agli imbocchi di due gallerie dell’antica miniera. La seconda delle gallerie è ancora accessibile.
Più comodamente si può giungere agli scavi minerari scendendo per prati dal rifugio S.E.L. di fronte al grattacielo « Mon Hotel » al Piano dei Resinelli fino a raggiungere la citata via ferrata e prendendo poi a destra su di essa.
Barite: si trova in forma compatta, bianca, ad accompagn1àre la galena e la sfalerite, ma si rinviene talvolta anche in piccoli cristalli lamellari, imperfetti, riuniti in gran numero a rivestire le cavità. Frequente .
Calcite: abbondante in forma spatica, in vene e piccole masse, più raramente in cristalli .
Cerussite: in piccoli cristalli, da uno a due millimetri di lunghezza, di color bianco o giallognolo, in geminati pseudo esagonali. Più frequente come incrostazione cristallina a tapezzare gran parte della superficie delle geodi .
Dolomite: in cristalli o aggruppamenti selliformi di cristalli, con lato di alcuni centimetri, color bianco porcellana, nelle geodi.
Emimorfite: frequentemente si trova cristallizzata nelle geodi in minuti individui tabulari, incolori e brillanti entro alla emimorfite compatta di colore grigiastro o giallastro. La massa calaminare è ricca di vacui ed è attraversata di frequente da vene di calcite o di baritina .
Fluorite: in cristalli cubici, incolori o di colore violetto, o in masse minutamente granulari. Poco frequente .
Galena: cristalli anche voluminosi, cubici, ma generalmente in via di alterazione in cerussite od incrostati da questo minerale. Era comune in masse spatiche incluse nel calcare dolomitico nel periodo in cui la miniera era in attività .
Gesso: in cristalli abbastanza grandi, di colore bianco, oppure in cristalli più piccoli, incolori, vitrei, associati talvolta a lamelle gialle, trasparenti, di wulfenite .
ldrozincite: in forma di rivestimenti o piccole concrezioni a struttura minutamente fibroso raggiata di colore bianco niveo. Poco frequente
Pirite: in rari granuli inclusi nel calcare .
Sfalerite: in masserelle di color giallo bruno chiaro, semi trasparenti, costituite generalmente da un unico individuo cristallino, associato alla galena entro al calcare dolomitico di transizione fra il raibiiano ed il ladinico .
Smithsonite: sempre associata alla ernimorfite in masse di colore grigiastro o giallognolo, ricche di vacui o cavità più o meno grandi. Come rarità furono osservati gruppetti di minuti cristalli deformati a superfici curve, quasi botroidali. Comune .
Wulfenite: ritrovata anche recentemente in cristalli tabulari secondo la base, piccoli, di color giallo bruniccio, nelle geodi della galena, assieme a barite e gesso. I cristalli di wulfenite sono talvolta rivestiti da cerussite. Rara .
Lierna
Cava di Grumo ( inattiva )
Questa cava, non più coltivata, si trova a lato della strada nazionale dello Spluga appena a N. delle gallerie del tratto fra Mandello e Lierna. E’ ubicata ai limiti della frazione Grumo
Calcite: si presentava entro alle fessure del calcare nero fossilifero con abito vario: sulle pareti di una litoclase verticale ripiena di argilla si trovavano impiantati cristalli con abito prevalentemente scalenoedrico, lunghi fino a 2 cm.,
con facce scabre. Fra questi cristalli erano abbastanza frequenti i geminati secondo il romboedro (111); sulle screpolature all’incirca ad angolo retto con la prima i cristalli di calcite erano invece romboedrici, incolori, limpidi, piccolissimi
Lierna
Cava dei Fop (inattiva)
Questa cava è ubicata sopra la precedente, un poco più a S ed è connessa con una via di lizza alla frazione Grumo. Anche questa cava, come la precedente, è aperta nei calcari nettamente stratificati del Trias inferiore,
appartenenti aìia formazione Perleclo-Varenna
Calcite: in cristalli abbastanza belli, lunghi pochi millimetri, trasparenti, sulle litoclasi del calcare nero
Celestina: cristalli prismatici, limpidi, trovati in passato .
Dolomite: in cristalli con abito romboedrico, di color bianco, opachi, sempre piccoli, Rivestono da soli o assieme alla calcite le litoclasi del calcare, normali alla stratificazione .
Fluorite: in masserelle allungate o venuzze di color violaceo, più o meno carico, entro alla calcite che riempie le litoclasi del calcare nero .
Quarzo: cristalli prismatici, terminati dai soliti romboedri, piccoli e scarsi, limpidi .
Lierna
Località: Croce dl Bientalon.
Sulla mulattiera o sentiero che da Genico sale verso la Croce di Bientalon, nel punto chiamato Piombera, si trova una cavità carsica ai cui bordi affiora una modestissima mineralizzazione a galena entro un calcare molto compatto e silicizzato.
Calcite: scarsissima, in minuti cristallini.
Galena: compatta, pura, in forma di noduletti di 1 o 2 cm. di diametro entro il citato calcare triassico .
Margno
Miniera di cinabro in località Alpe Grasso
Da Margno, presso Taceno in Valsassina, si raggiunge il -Pian delle Betulle (circa m 1450) per funivia e poi si scende per mulattiera all’Alpe Grasso (m 1341); oppure da Margno (m 730) si sale per la mulattiera diretta al Pian delle Betulle,
fino alle baite dell’Alpe Grasso. Qui si lascia la mulattiera per seguire uno stretto e spesso invisibile sentiero che, tra i prati e tenendosi sempre alla quota di m 1340-1350, si dirige verso nord per un centinaio di metri,
indi attraversa il torrentello della Valle Grasso e piega verso ovest; dopo circa 300-350 metri nel bosco, quota 1350, si scorgono delle bastionate rocciose con i resti di trincee e gallerie in parte franate.
Cinabro: in croste di qualche millimetro color rosso vivo o rosso fegato, sulla quarzite micacea -giallastra. Durante la coltivazione si rinvenivano anche masse compatte microcristalline e cristallini nella quarzite. Raro
Mercurio nativo: in goccioline nella quarzite. Rarissimo .
Pirite: in granuletti nello scisto. - Rara
Musso
Cave dl marmo saccaroide presso Il Castello
Nell’area di affioramento della lente di calcare marmoreo di Musso, ai fini della raccolta di esemplari mineralogici, si possono distinguere due zone: la prima è compresa fra Musso e Dongo a quota intermedia fra il livello del lago e quello delle cave;
la seconda è quella delle due cave di marmo. Massi e blocchi provenienti dalla prima zona furono disposti a formare una via di lizza ora in disuso.
Anfibolo tremolite: in aggregati di individui fibrosi, di color bianco con lucentezza sericea. Le lenti di tremolite raggiungono 10 cm di lunghezza .
Fuchsite: squamette di color verde smeraldo, con viva lucentezza, associate a lamine di muscovite, entro al calcefiro .
Limonite: come pseudomorfosi totale o superficiale di pirite .
Malachite: in scarse patine terrose verdi sul calcefiro.
Pirite: in cristalli per lo più cubici, con lato fino a 1 cm. interclusi nel calcare cristallino .
Talco: come pseudomorfosi di tremolite; il colore è bianco, la lucentezza madreperlacea .
Nei piazzali e nelle discariche della zona si trovavano un tempo:
Calcopirite: masserelle compatte incluse nella pirrotite .
Pirrotite: noduli compatti di forma molto irregolare, di color bronzo sulla frattura fresca, inclusi nei calcefiri ricchi di silicati, passanti a vere anfiboliti .
Titanite: in cristalli imperfetti, di colore roseo, inclusi nelle vene anfibolitiche .
Genico, Croda e strada d’accesso alle cave di marmo
Si accede a Genico con una carrozzabile che si dirama dalla statale Como-Colico nei pressi del cimitero di Musso: a Sud dell’abitato di Genico, nei pressi dell’osteria Pianca,
nel pietrame usato per i muri a secco per sostegno delle vigne, si trovano i minerali segnalati, ad esclusione della staurolite,
trovata solo, quest’ultima, sulla nuova strada che da Croda sale alle cave e precisamente nel punto segnato (I) sulla cartina.
Andalusite: in cristalli interclusi nel quarzo, delimitati dalle facce del prisma e della base, con lunghezza fino a 8 cm. Le facce sono imperfette e rivestite da una patina muscovitica. Quando il minerale è inalterato presenta un color rosso violaceo o rosa fior di pesco, ma solitamente è alterato alla superficie ed ha colore variabile dal giallo verdastro al grigio verdastro o azzurrastro.
Apatite: spatica, opaca, è stata trovata nelle masse quarzose sopra indicate in piccole lenti che si estendono parecchi centimetri. Ha colore grigio azzurrino .
Cianite: in lamelle e cristalli tabulari lunghi fino ad un decimetro di color azzurro chiaro, con lucentezza madreperlacea, era più abbondante dell’andalusite .
Ilmenite: in masserelle lamellari, entro le fessure del quarzo. Color grigio ferro scuro .
Mica: in piccole lamine argentee e brune accompagna la cianite e l’andalusite. La sericite costituisce il prevalente prodotto d’alterazione superficiale dell’andalusite stessa .
Sillimanite: in aggregati fibrosi, bianchi, puri, estesi per alcuni centimetri al contatto fra micascisti ed un filoncello pegmatitico nel punto indicato sulla cartina fig. 15. Alcuni cristalli di andalusite erano qua e là ricoperti da aghetti incolori e lucenti di sillimanite, in quantità abbastanza grande da essere perfettamente riconoscibile ad occhio nudo .
Staurolite: cristalli ben formati di staurolite rossiccia si trovano abbondantemente nel micascisto che affiora a mente della strada camionabile che porta alla cava di marmo nel punto indicato con 2 sulla citata cartina. Si trova anche, meno di frequente, nell’involucro micaceo interposto fra le vene quarzose e la roccia che le include .
Primaluna
Miniere dl Primaluna e Cortabbio
I giacimenti di cui segue la descrizione sono tutti depositi idrotermali filoniani compresi negli scisti cristallini pre-permici. Per brevità è indicata l’unica via d’accesso che collega tutti i lavori minerari in essi sviluppati,
ma i lavori stessi possono essere raggiunti anche da strade carrozzabili e carrarecce che partono dalla frazione Cortabbio
Località Valle di Contra
Si raggiunge la località di valle di Contra (segnata sulla citata cartina col N0 I) partendo da Primaluna, sulla carrozzabile della Vai Sassina, -seguendo la strada che attraversa il torrente Pioverna e sale verso la montagna.
Al limitare dei prati, fra la Cà del Piz ed il ponte sul torrente di Vai di Baredo vi è l’imbocco di una galleria, eseguita da molti anni, per ricerca mineraria.
Fra il materiale esistente sul piazzale antistante all’imbocco della galleria o nella piccola discarica si può trovare ancora qualche traccia dei minerali elencati
Auricalcite: come incrostazione verde. Era scarsa già al tempo in cui si effettuavano i lavori
Azzurrite: in tenui crosticine o in patine terrose
Calcopirite: compatta, in masserelie diffuse, color giallo-ottone
Cerussite: un tempo è stata rinvenuta in minutissimi cristalli
Emimorfite: in crosticine concrezionate
Galena: finemente granulare in vene o noduletti entro al quarzo
Greenockite: secondo Artini (7) è probabile siano di questo minerale le sottili patine terrose color giallo canarino su sfalerite.
Limonite: terrosa, in patine od impregnazioni entro al quarzo
Malachite: in tenui crosticine o patine terrose
Pirite: come minerale accessorio
Piromorfite: in forma di ciuffetti di sottili aghi cli colore variabile da giallo cera a giallo verdolino, a costituire delle incrostazioni
Quarzo: compatto, bianco o giallastro, come ganga del filoncello
Sfalerite: spatica, di color bruno scuro, lucente, con quarzo e siderite
Siderite: spatica, in tracce
Smithsonite: al tempo dei lavori (1902) si trovò in minuti gruppetti concrezionati tendenti a forme cristalline
Località Ponte Val di Baredo
Proseguendo sulla Stessa strada, poco oltre il ponte di Vai di Baredo, vi era sulla destra un’antica discarica
Azzurrite: in crosticine o patine .
Barite: spatica, di color biancastro .
Bournonite: compatta, in masserelle .
Calcopirite: in mosche o massereile compatte .
Galena: finemente granulare .
Limonite: diffusa e frequente in patine terrose .
Malachite: in patine terrose verdi, su barite
Miniera dl Faldallo
gallerie Vittoria e Speranza
Annabergite: in patine terrose color verde pomo a ricoprire la niccoilite, la gersdorffite e, più raramente, anche altri minerali di nichel, rinvenuti questi ultimi, fino ad ora, solo col sussidio del microscopio metallografico .
Aragonite: compatta, di color azzurro, per tracce di rame .
Azzurrite: in crosticine concrezionate od in piccolissimi cristalli di meno di un millimetro, aggruppati fra loro e spesso associati alla malachite
Barite: solo eccezionalmente fu trovata in cristalli con abito tabulare. Comune in forma spatica e colore bianco o leggermente rosato .
Bournonite: compatta, in piccole masserelle di color grigio piombo incluse nella barite .
Calcopirite: in venuzze o masserelle compatte, rare
Ematite: varietà oligisto in rare laminette anche aggruppate « a rosa », associate alla siderite, entro al materiale estratto dalla galleria Vittoria
Galena: compatta o finemente granulare, pura, in masserelle o venuzze nella barite .
Gersdorffite: l’Artini (7) riferiva a questo minerale un solfoarseniuro di nichel compatto, di color grigio chiarissimo, con viva lucentezza metallica sulla frattura fresca, associato alla niccolite.
Grafite: patine sottili, nerastre, su una roccia scistosa color verde chiaro, mineralizzata da granuli diffusi di siderite e di barite. Da una breve -galleria di ricerca presso al piede della discarica della galleria Vittoria .
Limonite: diffusa e frequente in patine terrose .
Malachite: in crosticine e globuletti concrezionati verdi .
Niccolite: quasi pura, compatta, in una mandorla del peso di parecchi quintali, rinvenuta nel. 1902. E’ di color rosso rame chiaro con lucentezza metallica .
Pirite: in masserelle o venuzze a rilegare le fratture della barite .
Sfalerite: spatica, bruna, in masserelle sparse .
Siderite: in cristallini romboedrici di qualche millimetro di lato, di colore giallastro chiaro o, più di frequente, in venuzze con struttura spatica .
Tetraedrite: compatta di color grigio piombo scuro, in mosche o punteggiature nella barite .
Miniera dei Sassi Rossi
Proseguendo sempre verso occidente sulla mulattiera che attraversa la miniera di Faidallo si giunge allo sbocco di alcune gallerie di coltivazione del filone di barite nella miniera detta « dei Sassi Rossi ».
Allo sbocco della galleria attualmente più importante si può arrivare più agevolmente percorrendo una ripida carrareccia che si dirama dalla carrozzabile Cortabbio Prato San Pietro poco oltre il ponte sul torrente Pioverna e che passa accanto a cascina Merla.
Azzurrite: in patine terrose su barite.
Barite: spatica, bianca, opaca od in piccoli cristalli incolori, lamellari .
Calcopirite: granuli sparsi entro alla barite.
Cerussite: in minutissimi cristalli che si rinvengono come rarità assieme a galena, limonite e barite.
Eritrite: in patine con aspetto terroso o minutamente concrezionato, color rosa fior di pesco, a rivestire superfici anche estese di barite .
Galena: finemente granulare o commista con altri solfuri e solfosali in masserelle irregolari entro alla barite .
Greenockite: in patine con aspetto terroso di color giallo.
Limonite: in masse o patine terrose di colore giallo.
Malachite: in patine di colore verde, poco frequenti.
Pirite: masserelle irregolari, spesso commista con altri solfuri.
Piromorfite: in piccolissimi cristalli prismatici di colore verde, trasparenti.
S. Bartolomeo Val Cavargna
Località: La Selva
Le ricerche per minerali di antimonio eseguite nel 1944 e sviluppatesi con modesti lavori in galleria seguendo in direzione vene quarzose con antimonite e raro antimonio nativo, sono ormai chiuse e abbandonate e quindi,
anche per l’infittimento della vegetazione, è assai difficile non solo orientarsi in zona, ma anche rinvenire campioni interessanti. Per arrivare al giacimento, da Carlazzo (sulla strada Menaggio-Porlezza) per Cusino si raggiunge S. Bartolomeo
e la Chiesa parrocchiale in località Vora; dietro la chiesa si stacca un sentiero che porta, verso ovest, in località Selva e a valle delle baite di Selva, nella valletta Canafurca, si trova il giacimento.
Antimonio nativo: con struttura granulare minutissima, di color bianco argenteo con vivo luccichio per le numerose faccette di sfaldatura. Si trova in forma di piccole vene e di piccole concentrazioni nell’antimonite compatta, oppure nel quarzo. Raro .
Antimonite: costituisce la parte essenziale del giacimento, in masse compatte lenticolari o in piccole vene a riempimento di fratture nei micascisti. Talvolta in piccoli cristalli aciculari raggiati formanti leccature sul quarzo. Comune .
Calcite: bianca spatica, con leccature di antimonite ed includente rarissimi cristalli di tetraedrite, costituente una vena di qualche cm di spessore, ritrovata al tetto di un filoncello di antimonite nella galleria superiore. Rarissima
Calcopirite: in piccoli granuli nel quarzo. Rarissima .
Chermesite: in patine terrose di colore rosso sull’antimonite. Poco frequente .
Dolomite: cristallini selliformi, bianchi, ricoprenti piccoli cristalli di quarzo nelle cavità dello stesso. Rarissima.
Galena: è stato notato un solo cristallino cubico nel quarzo con sfalerite. Rarissima .
Gesso: in cristallini di color bianco giallognolo nelle cavità del quarzo. Rarissimo .
Limonite: in forma ocracea alla copertura e disseminata nel giacimento .
Malachite: per alterazione di qualche raro nodulo di calcopirite. Rarissima.
Pirite: in cristallini cubici nel quarzo e in noduli compatti nei micascisti. Comune .
Pirrotina: in sottili vene nel quarzo. Rarissima.
Quarzo: in vene a riempimento delle fratture nei micascisti e costituente la ganga dell’ antimonite. Nelle cavità di questo quarzo compatto raramente si hanno piccoli cristalli
Sfalerite: in noduletti giallo colofonia scuri nel quarzo con pirite e antimonite. Rara .
Steatite: di color giallo verdolino chiaro nei micascisti in spalmature accompagnanti la mineralizzazione di antimonite in cristallini allungati. Rarissima
Stibiconite: terrosa e commista a limonite come riempimento di piccole cavità nel quarzo e nell’antimonite, oppure in patine. Poco frequente
Tetraedrite: in noduli talora a struttura fibrosa nel quarzo. Rara. Eccezionalmente in piccoli cristallini in una vena di calcite.
Vendrogno
Località Camaggiore
Il giacimento si trova in comune di Vendrogno, ma lo si raggiunge più facilmente da Dervio: si accenna pertanto al solo accesso da quest’ultima località.
Allo sbocco nel piano della valle Varrone, fra le case della frazione Villa di Dervio, ha inizio una mulattiera che risale la valle citata. Dopo circa 20 minuti di cammino s’incontra un bivio nel quale si deve tenere a destra.
Con una ripida ascesa per Cangiago e Case Prato Lungo si raggiunge l’Alpe di Camaggiore, costituita da un pianoro posto a N delle stalle di Camaggiore.
Fra l’Alpe e le stalle suddette sorge isolata una cappella; poco a monte di quest’ultima (m 1180 s.m.) si scorge l’imbocco d’una brevissima galleria:
sopra affiora un filoncello di 10 cm circa di potenza costituito quasi esclusivamente da berthierite ed incassato nelle filladi micacee precarbonifere della « zona dei laghi ». Tempo complessivo da Dervio circa due ore.
Berthierite: finemente granulare o compatta, di colore grigio ferro sulla frattura fresca. Lucentezza metallica viva che però poco a poco si attenua e scompare coll’esposizione all’atmosfera
Chermesite: in patine terrose di color rosso cremisi, assieme ad altri prodotti terrosi di alterazione della berthierite.
Ocra d’antimonio: molto impura per mescolanza con idrossido di ferro, si trova in patine terrose di color giallo verdastro .
Quarzo: compatto, semi trasparente, di color leggermente grigiastro, scarsamente incluso nella berthierite .
Strada carrozzabile da Mosnico a Sanico
Sulla strada carrozzabile recentemente costruita che, partendo dai pressi del cimitero di Vendrogno, sale con diversi tornanti alla frazione Mosnico e precisamente nel tratto compreso fra Mosnico e Sanico
si notano nelle scarpate rocciose a monte della sede stradale: Io) lenti quarzose incluse nei micascisti biotitici e nelle filladi della « zona dei laghi »; 110) delle concrezioni di poca consistenza e di color bianco o giallognolo di minerali di neo formazione.
Cianite: aggruppamenti di individui allungati di color azzurro più o meno intenso, inclusi in alcune delle lenti quarzose.
Esaidrite: concrezioni di color giallognolo e di poca consistenza, derivanti da alterazione di starkeyite, che si trovano al piede della scarpata mineralizzata, appena sopra la cunetta di raccolta delle acque che sgorgano dal terreno a monte della strada .
Starkeyite: varietà ferro zindif era, concrezionata, di colore bianco, in croste abbastanza estese appoggiate sul micascisto biotitico asciutto. Nelle cavità delle croste di maggior spessore sporgono ciuffetti di minuti cristalli aghiformi, trasparenti .